Bollette, Re Rebaudengo: “Confindustria inutile attaccare il governo, si sostengano le rinnovabili”
Condivido con i lettori del blog la mia intervista a cura di Claudia Luise, pubblicata su La Stampa.
Il past president di Elettricità Futura e presidente di Asja Ambiente Italia: «Ora avviare un’azione efficace per risolvere le criticità del provvedimento che limita troppo le possibilità di nuovi impianti»
Dobbiamo portare le rinnovabili nel mix elettrico da poco più del 40% a oltre l’80% al 2030». Agostino Re Rebaudengo è past president di Elettricità futura e presidente di Asja Ambiente Italia, che opera a livello internazionale nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Le imprese lamentano un prezzo dell’energia non competitivo rispetto al resto d’Europa. Cosa si può fare?
«Si può agire su almeno due dimensioni. Da una parte, dovremmo incrementare la capacità di produrre energia elettrica installando gli impianti che la generano al minor costo. Allo stato attuale e anche guardando le proiezioni al 2030, al 2040 e al 2050 delle principali istituzioni energetiche mondiali, le energie più competitive sono le rinnovabili, in particolare il solare, l’eolico e l’idroelettrico. Dall’altra, è necessario agire per accelerare la diffusione di forme contrattuali che permettono di comprare l’energia elettrica rinnovabile a lungo termine e a costi stabili e competitivi: sottoscrivendo i Power Purchase Agreement è possibile acquistare elettricità rinnovabile ad un prezzo predefinito, per una durata che può variare da 5 a 15 anni. Questi accordi permettono di disaccoppiare il prezzo dell’energia rinnovabile da quello dell’elettricità prodotta con il gas, generalmente più costosa».
Cosa ne pensa del decreto bollette?
«Considerando la situazione finanziaria del nostro Paese, penso che il decreto bollette sia il migliore possibile».
In Elettricità Futura sono emersi dei dissidi nei confronti della posizione di Confindustria che ha criticato il governo. Come mai?
«Esiste una dialettica, che è utile, all’interno di Confindustria e che si riflette, o almeno dovrebbe, anche nella rappresentanza e nel dialogo con il governo. Quello che ha lasciato perplessi è il tipo di critica fatta al dl Bollette, mentre quando si sarebbe dovuto “dialogare con energia” per evitare l’introduzione di nuove barriere che, come previsto, rendono oggi quasi impossibile fare più impianti e produrre più energia ad un prezzo più competitivo non lo si volle fare. Sarebbe stato, invece, nell’interesse di tutti i comparti industriali avviare un’azione efficace e decisa per risolvere le criticità del Dm Aree Idonee che limita troppo le possibilità di nuovi impianti e ne fa salire di molto il costo di realizzazione. L’auspicio è che tale mancanza di visione non si ripeta per l’introduzione della direttiva Red III sulle aree di accelerazione per le rinnovabili: una partita che dobbiamo vincere come Paese, governo incluso».
Si sta facendo abbastanza per aumentare la produzione di energia da queste fonti?
«Credo ci sia ancora da rimboccarsi le maniche. Dobbiamo spingere l’elettrificazione dei consumi, la via maestra per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione rendendo il Paese più moderno, indipendente, efficiente e competitivo. La domanda di energia elettrica in Italia è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi anni, e una maggiore penetrazione del vettore elettrico in tutti i settori permetterebbe di ridurre costi ed emissioni inquinanti e climalteranti, a patto che l’energia elettrica provenga da fonte rinnovabili. Elettrificare i consumi significa sostituire tecnologie o processi basati su combustibili fossili con alternative basate sull’energia elettrica rinnovabile per soddisfare i consumi finali di energia nell’industria, nel residenziale e nei trasporti. Dobbiamo dare attuazione al già previsto phase-out degli impianti di generazione elettrica più emissivi. Negli ultimi 8 anni in Italia si è fermata la dismissione degli impianti di generazione di energia elettrica con maggiori emissioni climalteranti e inquinanti: carbone e olio combustibile in primis e, in prospettiva, gli impianti a gas sostituendoli con impianti rinnovabili ed accumuli che saranno prevalentemente a batterie e col miglioramento della tecnologia anche ad idrogeno».
Questa intervista a cura di Claudia Luise, è stata pubblicata su La Stampa edizione del 29 aprile 2025.