I cittadini dell’Unione europea sono sempre più preoccupati dal cambiamento climatico, i cui effetti – come confermato dall’astronauta italiano Luca Parmitano – sono ormai ben visibili anche dallo spazio. Questa presa di coscienza si traduce in una crescente pressione sulle istituzioni per mettere in campo politiche ambientali e climatiche più ambiziose.
Una conferma di questa tendenza si può trovare guardando le ultime petizioni inviate alla Commissione europea nell’ambito del diritto di iniziativa dei cittadini comunitari. È questo un importante strumento di democrazia partecipativa che dà la possibilità ai cittadini europei di sollecitare la Commissione a presentare una proposta legislativa su un tema che reputano prioritario. Se la richiesta viene sottoscritta entro un anno da un milione o più di cittadini residenti in almeno un quarto degli Stati membri, la Commissione è obbligata a dare risposta all’iniziativa.
Ben tre delle iniziative presentate nel 2019 esortano la Commissione a proporre atti giuridici in tema di fiscalità ambientale, con l’obiettivo di orientare produzione e consumi verso la sostenibilità. In particolare, il 22 luglio scorso è stata aperta alle sottoscrizioni l’iniziativa “Un prezzo sulle emissioni di CO2 per combattere i cambiamenti climatici”. La proposta chiede la definizione di un prezzo minimo per la CO2, l’abolizione dell’allocazione gratuita delle quote di emissione nel sistema ETS e l’introduzione di un “meccanismo di adeguamento” per le merci e i servizi in arrivo da paesi extra-UE più permissivi in materia di emissioni di CO2.
L’introduzione di un simile strumento è stata evocata anche dal nuovo presidente della Commissione europea von der Leyen durante il suo primo discorso al Parlamento europeo. La misura farebbe parte del Green deal europeo che la politica tedesca intende proporre per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’idea alla base è quella di rendere compatibili le politiche climatiche con la salvaguardia della competitività delle imprese europee.
Già il sistema ETS aveva previsto misure a sostegno della competitività dei settori coperti. Sin dalla sua introduzione viene infatti allocato un elevato numero di quote di emissione gratuite alle imprese più a rischio di carbon leakage, vale a dire la delocalizzazione della produzione in paesi extra-UE con una legislazione più permissiva in materia. Questa misura è stata però tra le cause che hanno portato all’eccesso di permessi di emissione sul mercato e dunque al crollo dei prezzi. Grazie alla riforma del sistema varata l’anno scorso, il prezzo delle quote è più che triplicato dal 2018, raggiungendo i 28 €/ton ad agosto 2019.
Tuttavia, il sistema ETS allo stato attuale non è sufficiente per centrare l’obiettivo di neutralità climatica al 2050. Infatti, il prezzo dei permessi è ancora troppo basso e il sistema copre meno della metà delle emissioni europee. Il mercato delle emissioni andrebbe dunque ampliato a tutti i settori e integrato con un prezzo minimo crescente per il carbonio a livello europeo.
In quest’ottica, la messa a punto di uno strumento in grado di “livellare” la competizione tra produttori europei ed extra-europei sarà di fondamentale importanza per non penalizzare le prime ed evitare che la produzione industriale si sposti in paesi ad alta intensità di CO2, con gravi conseguenze per l’economia europea e l’ambiente. Questo meccanismo dovrà essere concepito in modo da risultare compatibile con le regole del commercio internazionale e potrebbe realizzarsi attraverso l’estensione del sistema ETS agli importatori o tramite l’introduzione di una tassa di aggiustamento alla frontiera basata sul contenuto di carbonio dei prodotti/servizi importati. Tali misure avrebbero il positivo effetto di incentivare le imprese che esportano in Europa ad adottare processi e tecnologie più sostenibili per non perdere quote di mercato.
Raggiungere la neutralità climatica è una sfida che l’Europa potrà vincere solo facendo scelte coraggiose e condivise. Sempre più imprese e cittadini le richiedono. Per richiederle anche tu puoi sottoscrivere l’iniziativa “Un prezzo sulle emissioni di CO2 per combattere i cambiamenti climatici” sul sito www.stopglobalwarming.eu.
Questo articolo è stato pubblicato su Nuova Energia, numero 4-2019.