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La Transizione Energetica Non è Un Puzzle Impossibile!

di Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura

Una conferma è arrivata all’Assemblea Pubblica di Elettricità Futura, una giornata davvero importante per la sicurezza energetica nazionale, come dimostrano gli interventi in presenza del Ministro Pichetto Fratin e del Ministro Sangiuliano.

Possiamo anche arrivare a superare gli obiettivi del Piano elettrico 2030, ed è possibile trovare un punto di incontro tra la tutela del Paesaggio e del Patrimonio artistico e culturale e la transizione energetica.

In estrema sintesi, sono questi i due messaggi lanciati rispettivamente da Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e da Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, all’Assemblea Pubblica Elettricità Futura “L’energia delle Regioni e dei Comuni per la sicurezza dell’Italia” che si è svolta a Roma lo scorso 16 novembre.

È possibile trovare un punto di incontro tra la tutela del patrimonio artistico e culturale dell’Italia, il più grande al mondo, e la transizione energetica, una priorità per contrastare l’emergenza climatica e aumentare la sicurezza energetica. Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, nel suo intervento in Assemblea ha portato ad esempio il progetto di efficienza energetica, riqualificazione e valorizzazione del Museo e Real Bosco di Capodimonte. La transizione energetica è un dato ontologico della nostra realtà, è una sfida che noi non possiamo non raccogliere, e in questo ambito, è auspicabile che il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica collaborino con buonsenso e razionalità nel governare la transizione.

Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato che la presenza all’Assemblea Pubblica di Elettricità Futura di due Ministeri con competenze differenti dimostra l’importanza di un lavorare in sinergia nell’interesse del Paese. La decarbonizzazione a livello mondiale è Il Tema e la transizione energetica è una grande occasione per l’Italia. Non è la sfida di Elettricità Futura o di una parte di un settore dell’energia o di un Dicastero, è la sfida del Paese. Il Piano Energia Clima pone obiettivi in linea con il Piano elettrico 2030 di Elettricità Futura che prevede 143 GW di potenza rinnovabile installata, un traguardo che auspicabilmente potrà anche essere superato.

All’Assemblea Pubblica di Elettricità Futura si è discusso anche di come mettere a posto alcuni tasselli fondamentali per la transizione energetica.

Elettricità Futura ha posto al centro dell’Assemblea Pubblica 2023 le priorità più rilevanti del nostro Paese: aumentare l’indipendenza e la sicurezza energetica nazionale, ridurre i rischi geopolitici e i costi dell’energia, assicurare forniture sostenibili a beneficio della competitività industriale, della crescita economica e della stabilità finanziaria dell’Italia.

L’Italia nel 2022 ha risparmiato 25 miliardi grazie alle rinnovabili, che attualmente rappresentano ancora soltanto il 43% dell’elettricità. Portare le rinnovabili all’84% del mix elettrico significa davvero aumentare la sicurezza energetica e rafforzare l’economia nazionale.

Accelerate la transizione energetica. È l’appello congiunto rivolto ai Governi europei dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e che Elettricità Futura rivolge, ancora una volta, a tutti i livelli di governance del Paese. Per IEA, BCE e BEI realizzare la transizione energetica è vitale affinché l’Europa rimanga una potenza industriale globale, e non sia più un facile ostaggio, procrastinare la transizione e gli obiettivi climatici farà aumentare il conto da pagare.

Oggi rispetto al 2021 la finestra di possibilità di mantenere l’aumento della temperatura a 1,5°C si è ristretta e per raggiungere il target dobbiamo triplicare le installazioni annue di nuove rinnovabili. Secondo IRENA, è tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile passare dagli attuali 300 GW/anno di nuove rinnovabili nel mondo a 1.000 GW/anno entro il 2030.

Nella mia Relazione in apertura dell’Assemblea, ho spiegato anche che nel mondo oltre l’80% di nuova potenza elettrica realizzata nel 2022 è stata rinnovabile (300 GW su 360 GW), perché le rinnovabili riducono i costi e assicurano le forniture. Per creare questi benefici anche in Italia, Elettricità Futura ha elaborato il Piano elettrico 2030 che, in coerenza con il REPowerEU, ha l’obiettivo di arrivare all’84% di rinnovabili nel mix elettrico nazionale rispetto all’attuale 43%.

Per centrare il target 84% elettricità rinnovabile e creare oltre 360 miliardi di euro di benefici economici e 540.000 nuovi posti di lavoro in Italia, occorrono 143 GW di potenza rinnovabile installata e 80 GWh di accumuli di grande taglia entro il 2030, e bisogna anche rendere strutturale il meccanismo della capacità e sviluppare la rete elettrica. Per arrivare a 143 GW installati, dobbiamo realizzare 12 GW di nuova potenza rinnovabile all’anno in Italia. Quindi, nel periodo 2024-2030 dobbiamo installare almeno 84 GW, di cui 56 GW di fotovoltaico, 26 GW di eolico e 2 GW di idroelettrico, bioenergie e geotermico.

In Assemblea, ho ritenuto importante fare chiarezza su due aspetti dell’attuale dibattito in Italia sulla transizione energetica.

C’è differenza tra importare tecnologie e importare gas. Ipotizziamo di avere un budget di 100 euro: è più conveniente acquistare impianti fotovoltaici o gas? Secondo i dati dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, a parità di budget investito, gli impianti fotovoltaici ci danno anche oltre 3 volte più energia elettrica rispetto al gas. Peraltro, questo calcolo considera tutti i costi per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, mentre per il gas tiene conto soltanto del costo della materia prima.

La seconda questione da chiarire è: bastano i tetti per raggiungere il target 2030?

Per rispondere, valutiamo tre scenari. In uno scenario 100% di fotovoltaico sui tetti un MWh costa 180 €. Nello scenario del Piano elettrico 2030 che prevede 30% sui tetti e 70% a terra, si ha un costo di generazione di 110 €/MWh. In un terzo scenario, 100% fotovoltaico a terra, generare 1 MWh costa 80 €.

Quindi, gli impianti fotovoltaici sui tetti hanno un costo di generazione dell’energia più che doppio di quello degli impianti a terra. Lo scenario del Piano 2030 consente oltre 20 miliardi di risparmi sulla generazione (2024-2030) rispetto al 100% sui tetti. Un terzo aspetto su cui ho fatto chiarezza all’Assemblea Pubblica è che le rinnovabili non sottraggono terreno all’agricoltura e non danneggiano i suoli. Raggiungere il target del Piano elettrico 2030 richiede solo lo 0,2% del territorio. Peraltro, gli impianti fotovoltaici non implicano impermeabilizzazione del suolo e/o coperture artificiali permanenti (a differenza del cemento degli edifici e dell’asfalto delle strade). La superficie utilizzata dal fotovoltaico torna al suo utilizzo precedente terminata la vita utile dell’impianto: le imprese hanno l’obbligo di riportare le aree alle condizioni iniziali.  

Questo articolo è stato pubblicato su Nuova Energia numero 4 – 2023

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