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Più Rinnovabili Per Risolvere La Crisi Climatica E Idrica

La quarta Conferenza del Soft Power Club ha riunito a Venezia esperti altamente qualificati, leader istituzionali ed esponenti del mondo della cultura, dell’economia e della scienza. Nel mio intervento ho approfondito la transizione energetica verso le rinnovabili come una delle soluzioni strutturali al cambiamento climatico e alla crisi idrica.

L’età della pietra non è finita per mancanza di pietre, e l’età del petrolio finirà molto prima che il mondo esaurisca il petrolio” ha dichiarato il ministro del petrolio Saudita Yamani nell’articolo del 2005 (New York Times “The Breaking Point”).

Mi piace ricordare questa citazione perché rende evidente che la transizione energetica è una delle soluzioni strutturali al cambiamento climatico e alla crisi idrica. È anche una straordinaria opportunità per modernizzare la nostra società, per rilanciare l’economia e la competitività. La transizione verso le energie rinnovabili e l’economia circolare è anche un volano per lo sviluppo di una nuova opportunità industriale e occupazionale.

Il settore energetico (elettricità, trasporti, riscaldamento) è responsabile a livello mondiale di oltre due terzi delle emissioni di gas serra. Non c’è tempo da perdere. Per prevenire i peggiori impatti della crisi climatica e idrica, il mondo deve agire in questo decennio per ridurre rapidamente le emissioni di gas serra.

La transizione verso le energie rinnovabili corre veloce in molte parti del mondo. Nel 2022, le rinnovabili, le reti e lo storage hanno rappresentato oltre l’80% degli investimenti totali del settore elettrico a livello mondiale. Nel 2022, in Europa, per la prima volta l’eolico e il solare hanno generato più elettricità del gas e del carbone.

Principalmente a causa degli ostacoli burocratici, la transizione energetica è troppo lenta in Italia, come emerge anche dal Renewable Energy Report 2023 del Politecnico di Milano.

Uno degli ultimi rapporti dell’IPCC dimostra che il Mediterraneo è un “hotspot” del cambiamento climatico, e che l’Italia è pesantemente colpita dall’emergenza climatica; da Nord a Sud, gli eventi meteorologici estremi continuano ad aumentare in modo significativo, e Cervia ne è un triste esempio.

La grave alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ha distrutto le preziose Saline di Cervia, un disastro per la comunità locale e la sua economia e un’ulteriore prova dell’urgenza di accelerare la decarbonizzazione per la tutela dell’ambiente e del paesaggio.

Quindi, accelerare le energie rinnovabili e semplificare la burocrazia per i progetti della transizione energetica dovrebbe essere una priorità per l’Italia.

Elettricità Futura, la principale associazione del settore elettrico italiano che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico nazionale, è pienamente consapevole che il settore elettrico è un attore di primo piano nella lotta ai cambiamenti climatici. 

L’elettrificazione degli usi finali riduce le emissioni di CO2, grazie alla maggiore efficienza delle tecnologie elettriche, e, ovviamente, è importante anche l’aumento della quota di energie rinnovabili nella produzione di elettricità. 

La buona notizia è che le rinnovabili sono già l’opzione più economica per produrre elettricità!

Dobbiamo quindi generare più elettricità da fonti rinnovabili e il settore elettrico italiano ha un piano per farlo.

Il Piano 2030 di Elettricità Futura ha l’obiettivo di installare 85 GW di nuova capacità rinnovabile in Italia, portando le rinnovabili all’84% nel mix elettrico e riducendo del 75% (-95 milioni di t CO2) le emissioni di CO2 del settore elettrico nel 2030 rispetto al 1990 (125 milioni di t CO2).

(Nel 1990 in Italia le emissioni totali di CO2 ammontavano a 525 milioni di t CO2).

Questo obiettivo consentirà di creare oltre 360 miliardi di euro di benefici economici nel periodo 2022-2030, in termini di valore aggiunto per la filiera e l’indotto, e 540.000 nuovi posti di lavoro nel settore elettrico e nella sua filiera industriale nel 2030.

Esiste un forte legame tra acqua ed energia.

Innanzitutto perché l’elettricità viene prodotta dall’acqua fin dal 1882, nel Wisconsin (USA), dalle cascate del Niagara.

In secondo luogo, il 90% dell’elettricità da fonti rinnovabili nel mondo è prodotta dall’energia idroelettrica. In Italia è circa il 40%.

Terzo: ogni step del ciclo dell’acqua (estrazione, trasporto, trattamento, riscaldamento) richiede energia.

Numerosi studi hanno dimostrato che il consumo di acqua nel ciclo di vita delle fonti rinnovabili è inferiore a quello dei combustibili fossili, in media di 1.500 volte.

Per questo motivo, secondo lo studio della IEA “Clean energy can help to mitigate the water crisis” (L’energia pulita può contribuire a mitigare la crisi idrica) il passaggio alle energie rinnovabili offre un potenziale enorme di risparmio idrico.

Il settore dell’energia elettrica è particolarmente vulnerabile al crescente stress idrico e all’aumento della scarsità d’acqua. Il settore idroelettrico è essenziale per aumentare l’indipendenza e la sicurezza energetica, in particolare le centrali idroelettriche con bacini che consentono anche il controllo delle inondazioni e il supporto all’irrigazione.

Inoltre, l’agrofotovoltaico e il fotovoltaico galleggiante sul lago riducono l’evaporazione e, di conseguenza, il fabbisogno idrico.

Per approfondire: Soft Power Club Conference.

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