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Più Elettricità Rinnovabile. Time For Action!

Il Piano 2030 del settore elettrico prevede oltre 360 miliardi di benefici economici per l’Italia e 540.000 nuovi posti di lavoro nel nostro Paese

di Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura

L’8 febbraio 2023 è stata una giornata importante, per tutte e tutti, per un’Italia più sicura, indipendente e competitiva.

La Visione delle Istituzioni e delle Imprese del settore elettrico, rappresentate da Elettricità Futura, si è allineata nella direzione di accelerare la transizione energetica con il comune obiettivo di rilanciare l’economia nazionale attraverso lo sviluppo della filiera industriale delle rinnovabili.

E’ accaduto all’evento organizzato da Elettricità Futura, Enel Foundation e Althesys, dove abbiamo presentato i risultati finali dello studio “La filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart verso il 2030” in presenza anche del Ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Lo studio è alla base della valutazione dei benefici del Piano 2030 del settore elettrico, una strategia di rilancio dell’industria e della competitività nazionale che prevede oltre 360 miliardi di euro di benefici economici, in termini di valore aggiunto per filiera e indotto, e 540.000 nuovi posti di lavoro nel settore elettrico e nella sua filiera industriale nel 2030, che si aggiungeranno ai circa 120.000 di oggi.

Il Piano 2030 del settore elettrico è anche un percorso di decarbonizzazione, indipendenza e sicurezza energetica dell’Italia in linea con gli obiettivi europei.

Infatti, prevede di allacciare alla rete 85 GW di nuove rinnovabili al 2030, portando all’84% le rinnovabili nel mix elettrico.

Il Piano 2030 del settore elettrico ha un target di crescita delle rinnovabili assolutamente alla portata del nostro Paese e prevede benefici in linea anche con le stime dell’International Energy Agency (IEA) sulla crescita dei posti di lavoro nella transizione energetica.

Durante il mio intervento ho spiegato che l’Italia continua a essere in emergenza energetica perché è troppo dipendente dall’estero per il suo fabbisogno. Infatti, il 65% dell’elettricità in Italia viene ancora prodotta da fossili, in larga parte da gas (importato per il 95%), e il 14% dei nostri consumi elettrici è coperto da elettricità importata dall’estero.

Perché un Paese potenzialmente molto ricco di risorse energetiche rinnovabili come il nostro produce ancora così poca elettricità rinnovabile?

Perché siamo i peggiori in Europa per tempi e costi legati alle autorizzazioni dei nuovi impianti!

I numerosi interventi di semplificazione e il lavoro delle Commissioni PNRR-PNIEC e VIA-VAS hanno migliorato una situazione drammatica ma non risolto il problema perché dopo aver ottenuto la VIA, i progetti devono comunque affrontare una lunga e complicata catena di permessi, in alcuni casi sono necessari anche più di 30 pareri.

In aggiunta, molti progetti rinnovabili vengono bocciati dalle Regioni o dalle Soprintendenze in nome della tutela del paesaggio, un pericoloso controsenso dal momento che se non ridurremo velocemente le emissioni di CO2 non avremo più i nostri paesaggi da tutelare e proprio la diffusione delle rinnovabili sui territori è il modo più efficace e veloce per decarbonizzare.

Inoltre, accade ancora che la stessa norma venga interpretata in maniera diversa a seconda degli uffici pubblici: di conseguenza, per le imprese è davvero difficile scegliere l’iter corretto da seguire.

E’ ora di agire per cambiare le cose, di mettere in atto azioni che non possono più essere rimandate.

Ho posto l’accento sulla necessità di aggiornare il Piano Nazionale Energia Clima entro giugno 2023, stabilendo per il settore elettrico l’obiettivo di installare 85 GW di nuova potenza rinnovabile entro il 2030.

Per raggiungere questo target il nostro Paese dovrà allacciare alla rete almeno 10 nuovi GW di potenza rinnovabile ogni anno da qui al 2030.

Ho sottolineato l’importanza di riordinare il quadro normativo per il settore elettrico, semplificando gli iter autorizzativi e prevedendo termini certi e la digitalizzazione dei processi.

La richiesta di azioni urgenti ha trovato pronta risposta nelle dichiarazioni di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, intervenuto all’evento.

Entro il 30 aprile, ha detto il Ministro, il Governo dovrà inviare le proposte di revisione complessiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nato per rispondere alla pandemia COVID, riequilibrandolo alla luce del REPowerEU, nato per risolvere l’emergenza energetica.

Questa revisione del PNRR conterrà la nuova architettura dell’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC).

Entro il prossimo giugno, ha spiegato il Ministro Fratin, il Piano Nazionale Energia Clima verrà aggiornato includendo per il settore elettrico il target 85 GW di nuova potenza rinnovabile al 2030 proposto da Elettricità Futura.

Un Piano Marshall delle rinnovabili per raggiungere il target al 2030 che ha una valenza normativa e finanziaria, una sfida che non possiamo sbagliare.

Vincerla significa intervenire sulle autorizzazioni. Nel Decreto PNRR ci sarà una prima parte di misure di semplificazione per rendere più certe e spedite le tempistiche degli iter autorizzativi.

Bellissima la frase del Ministro “il conto lo dobbiamo fare sull’installato”, credo racchiuda il vero nocciolo della questione, ovvero che per una corretta valutazione dello stato di avanzamento della transizione l’indicatore valido è quanta elettricità rinnovabile in più riusciamo a produrre!

Il riordino del quadro normativo per le autorizzazioni ci sarà, ha aggiunto il Ministro Pichetto Fratin.

Il Governo, infatti, intende fare una verifica delle procedure autorizzative a livello statale e poi a cascata fino a livello locale, coinvolgendo le Regioni. L’obiettivo è standardizzare il sistema Paese e superare la logica del “sistema d’opinione”, quello che va avanti in base all’opinione del singolo decisore.

 C’è anche l’impegno politico ad accelerare il più possibile la questione delle aree idonee agli impianti rinnovabili, perché c’è la ferma volontà di invertire le percentuali del nostro mix elettrico, oggi largamente sbilanciato sui fossili, grazie agli 85 nuovi GW di capacità rinnovabile come prevede il Piano 2030 del settore elettrico proposto da Elettricità Futura.

Per farlo, dobbiamo arrivare a superare i 10 GW all’anno di nuove installazioni rinnovabili.

Impegni importanti per la sicurezza energetica, messaggi forti e chiari quelli arrivati dal Ministro Pichetto Fratin.

Positivi anche i segnali dati dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Nel suo intervento ha infatti sottolineato che l’Italia può diventare un modello per gli altri Paesi di riconversione ambientale da conseguire in parallelo alla riconversione industriale, in un processo che rafforzi il sistema produttivo nel rispetto dei territori, del nostro straordinario patrimonio artistico, culturale e architettonico.

Il Piano 2030 del settore elettrico dimostra che quello che viene avvertito come un rischio, è invece una grande opportunità industriale e produttiva per il nostro Paese, ha spiegato il Ministro Urso.

La filiera nazionale delle tecnologie rinnovabili è già un’eccellenza a livello europeo, e possiamo rafforzare questa significativa leadership.

Come si legge nel comunicato stampa dell’evento, il Ministro Urso ha spiegato che “il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ed il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sono come due binari finalmente allineati, anche con gli altri dicasteri coinvolti, su cui corre il treno della transizione ecologica e digitale che può fare dell’Italia un modello produttivo sulle rinnovabili. C’è finalmente un governo che agisce all’unisono, per coniugare ambiente ed industria nella sostenibilità del Sistema Paese”.

Time for Action quindi.

Oltre a me, lo ha ricordato anche Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel, nel suo intervento all’evento, sottolineando che nei prossimi anni ci sarà sempre più bisogno di tecnologie, competenze e visione strategica a supporto della transizione energetica, e l’Italia potrà avere un ruolo da protagonista solo creando e rafforzando una catena del valore nazionale in grado di competere nello scenario internazionale. Bisogna investire lavorando su tutta la filiera, dalla lavorazione di materie prime allo sviluppo delle tecnologie, dalla generazione alla distribuzione, fino al consumo di energia, secondo un modello di sviluppo sostenibile attento all’ambiente, alle persone e alla crescita economica. L’indicazione che emerge dallo studio è chiara: siamo di fronte a una opportunità unica, e se vogliamo coglierla pienamente il momento di agire è ora”.

Ecco perché l’8 febbraio 2023 è stato un giorno importante. Facciamo in modo che segni la svolta, i presupposti ci sono, c’è la volontà del Governo, ci sono le imprese pronte a investire.

Quanti finora si sono opposti alla transizione energetica, scoraggiando l’innovazione e remando contro l’indipendenza del Paese, contribuiscano adesso ad accelerare il futuro, oppure la storia li condannerà al ridicolo.

Per approfondire: tutti i materiali dell’evento sono disponibili sul sito di Elettricità Futura, compresa la registrazione video.

Buona visione, e soprattutto, buona transizione a tutte e tutti.

Questo articolo è stato pubblicato su Qualenergia febbraio-marzo 2023.

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